Con il presente articolo vorrei mettere nero su bianco alcune strategie che, alla luce della mia esperienza clinica e di vita, risultano molto efficaci per gestire l’attuale situazione di stress legata al coronavirus e a tutto ciò che il momento presente richiede.
Qui di seguito troverai una premessa teorica… se ti fa piacere, leggila. Ti aiuterà a capire il perché di certe strategie proposte nella sezione successiva.
Se invece vuoi passare immediatamente alla parte pratica, salta al paragrafo “COSA FARE IN PRATICA”
PREMESSA TEORICA
Nelle ultime settimane la situazione legata al coronavirus ha portato ad uno stravolgimento delle nostre abitudini e delle nostre (talvolta già barcollanti) certezze.
Come in un film dai toni drammatici e ricco di colpi di scena, stiamo provando ad adattarci a una nuova realtà, che ci è stata necessariamente imposta ed è stata via via più inasprita.
Dinanzi ad un simile scenario, i nostri sé, fisico e mentale, sono stati messi a dura prova da stimoli minacciosi e hanno fornito risposte sulla base di reazioni specie specifiche che abbiamo in dotazione: sentire le EMOZIONI e AGIRE SULLA LORO SPINTA.
Mi spiego meglio. Il nostro lontano antenato, di fronte ad un albero spoglio di frutti o ad un animale feroce (stimoli che mettevano a serio rischio la sua vita), dopo aver percepito la cascata fisiologica di ormoni e neurotrasmettitori (selezionata da Madre Natura per garantirne la sopravvivenza), reagiva con la ricerca di una soluzione (ricerca di altre vie di sostentamento, lotta o fuga).
Succede lo stesso anche a noi, nel 2020?
In un modello teorico, sì; anche oggi, di fronte ad una REALTA’ STRAVOLTA (pandemia COVID-19), percepita come diversa, sconosciuta e soprattutto pericolosa, sorgono in tutti noi EMOZIONI quali paura e rabbia, che, come spie accese sul cruscotto della nostra auto, ci segnalano che alcuni nostri bisogni (materiali, di sicurezza, affettivi), non sono più soddisfatti. E, sulla spinta di tali emozioni, noi uomini siamo naturalmente mossi verso la ricerca di nuove vie di soddisfazione di quei bisogni attraverso un agire nuovo.
Quindi, dinanzi a una realtà esterna mutata, noi esseri umani siamo naturalmente programmati per:
1) PERCEPIRE LA NUOVA SITUAZIONE E INTERPRETARLA
2) PROVARE EMOZIONI IN RISPOSTA A QUELLA INTERPRETAZIONE
3) METTERE IN ATTO AZIONI ALTERNATIVE PER SODDISFARE NUOVAMENTE I BISOGNI NON PIU’ SODDISFATTI DALLA NUOVA CONDIZIONE
Questo però, come ho detto, è il modello potenziale, voluto dalla saggezza di Madre Natura, ed è ancora presto per dire se tutti, nel contesto presente, saranno in grado di seguirlo fino all’ultima fase, quella delle azioni nuove, volte a ritrovare la soddisfazione di bisogni non più appagati (sicurezza, affettività, vicinanza, sostentamento).
Quello che possiamo già affermare, osservando molti comportamenti, è che qualcosa si è inceppato… molte persone sembrano essersi bloccate nella prima o nella seconda fase, sia a causa di un proprio aspetto di immaturità, oppure a causa del contesto attuale, che non sostiene e non spinge all’ascolto della nostra saggezza interiore…
Alcuni individui, dunque, sono rimasti bloccati nella fase di percezione del pericolo: parlo di coloro che, avendo sottovalutato la pericolosità della realtà, mettono in atto comportamenti a rischio per sé e per tutti, non prendono le dovute precauzioni prescritte dagli esperti e sono arrivati a trasgredire le ordinanze per continuare a condurre una vita “normale”. In questi individui è scattato il primitivo meccanismo di difesa della NEGAZIONE: ammettere la realtà avrebbe un impatto così travolgente, che si arriva a negarla, sminuirla, travestirla, mutarla, col rischio che poi, la realtà stessa, con tutta la sua forza e verità, arriverà a investire con più o meno gravi conseguenze.
Molti sono invece intrappolati nella percezione delle emozioni, in particolare di PAURA e RABBIA (*).
Essere intrappolati a questo livello comprende due lati della stessa medaglia. Qualcuno potrebbe non sentire le proprie emozioni, perché abituato a non ascoltarsi. Ma il rischio maggiore, in questo preciso contesto è essere travolti dalle emozioni, perché veniamo continuamente bombardati da stimoli rilevanti: telegiornali, servizi alla tv, internet, mascherine, guanti, sirene d’ambulanza, code fuori dai supermercati, arcobaleni, numeri, statistiche.
E qual è il rischio di tutto questo? RIMANERE IMMOBILI, INERTI, FERMI, PASSIVI, privandosi così del passaggio più importante a livello adattivo e di sopravvivenza: L’AZIONE, tesa alla ricerca di una soluzione e al ristabilimento di uno stato di benessere.
Per uscire da questo loop stimolo-reazione occorrono volontà e determinazione. Non serve a nulla rimanere immobili davanti alla tv, continuamente catturati nel circolo della paura, che genera altra paura. Non serve a nulla scrivere e riscrivere messaggi come “oggi non passa più, finirà questa reclusione” a tutti i contatti Facebook o Whatsapp. Non serve a nulla lamentarsi in continuazione e arrabbiarsi coi politici, con la Cina, con l’America. Tutto questo alimenta solo due cose inutili per il nostro adattamento: la nostra IMMOBILITA’ e il nostro SENSO DI IMPOTENZA.
E NELLA IMMOBILITA’ E IMPOTENZA NON SI PROCEDE, NON SI AVANZA, NON SI CRESCE, NON SI IMPARA, NON SI VIVE. CI SI LIMITA ASOPRAVVIVERE.
Madre Natura non ci vuole intrappolati nella paura e nella rabbia. Se provo terrore, frustrazione, ansia, collera, ecc… a causa della situazione che sembra ingestibile (per la malattia di una persona cara, per il contagio, per i soldi che saranno di meno) è bene accogliere ogni stato d’animo, contattarlo, lasciare che sia, anche per un giorno intero… e poi occorre agire: cercare aiuto, pregare, meditare, aprirsi a qualsiasi ricerca di SOLUZIONI attraverso il confronto con amici, la rete, Dio…
Siamo programmati per agire, non per stare fermi e impotenti.
Se un nostro blocco o il contesto ci fermano e ci limitano, è arrivato il momento di aggiungere alle nostre giornate alcune piccole azioni adattive, che sosterranno in questa grave emergenza, la nostra crescita, il nostro procedere, il nostro esprimere la nostra vera Natura, che è fatta per evolvere. POSSIAMO CRESCERE, ANCHE ATTRAVERSO QUESTA CRISI.
Proporrò qui di seguito alcune azioni utili ad aprirsi al nostro reale potenziale e scrollarsi di dosso la sensazione d’impotenza.
Il valore e l’utilità di queste strategie potranno non essere immediatamente percepiti; tuttavia vi invito a sceglierne qualcuna e continuare a metterle in atto nella propria quotidianità, per godere di tutto il loro beneficio anche quando l’attuale situazione d’emergenza sarà finalmente un brutto ricordo.
(*) In questo contributo non prendo in considerazione l’emozione della tristezza, perché ritengo sia un’emozione molto più complessa, oggetto di una elaborazione più profonda e articolata, che tratterò in un articolo a parte.
COSA FARE IN PRATICA
LA ROUTINE
Mantieni il più possibile i tuoi orari abituali: svegliati e vai a letto alla solita ora, lasciando le eccezioni al weekend. Il tuo sé fisico deve mantenere l’idea di una routine, di abitudini consolidate. Le abitudini sono certezze, e, in questo momento, ne abbiamo davvero bisogno.
IL BUONGIORNO
Una volta alzato dal letto, devi darti il buongiorno; questo rituale sembra sciocco, tuttavia nasconde effetti positivi per l’umore e aiuta a coltivare l’amore per sé (che in fondo è alla base di tutta la felicità). Ci si può dedicare una frase, come per esempio: “buongiorno ad ogni parte di me e grazie per quello che farò durante questa giornata”. Oppure, per i più audaci J, vale un esercizio molto semplice da fare davanti allo specchio: mentre ci si guarda negli occhi, ci si sorride e si ripete: “imparo ad amarmi ogni giorno di più”.
MI RICONOSCO
Prepararsi la colazione desiderata: così MI RICONOSCO E MI DO IMPORTANZA. Se a colazione non scelgo e bevo o mangio la prima cosa che mi capita, che messaggio mi sto dando? Che io non valgo e che mi devo accontentare di qualsiasi trattamento. Impariamo a scegliere, torniamo a desiderare, evitiamo la frase “ma sì, tanto è uguale”. Alleniamo i nostri muscoli mentali della scelta, che forse per troppo tempo abbiamo tenuto a riposo. E mentre ci stiamo concedendo la colazione scelta, diamo valore al momento, accompagnandolo con un pensiero, come: “che meraviglia questo caffè caldo appena uscito dalla moka”
IL DIARIO
Inizia a tenere un diario quotidiano; bastano pochi minuti al giorno per sfruttare i benefici di questo potente strumento terapeutico. Scrivere un diario significa fermarsi, fare chiarezza e mettere nero su bianco i propri pensieri, le proprie emozioni, il proprio mondo interiore…
Passiamo molto del nostro tempo sui social, pubblichiamo selfie che mostrano solo il nostro aspetto esteriore… allora perché non prendersi un momento per mettere nero su bianco il nostro mondo interiore? Cosa scrivere su un diario? Prendo spunto da un video di Alessandra Donati per rispondere a questa domanda. Al mattino potresti dedicare una sezione all’intento della giornata: cosa vorresti che accadesse, come vorresti comportarti in una determinata situazione? Rifletti sulle emozioni che vorresti provare: “oggi vorrei sentire la gioia e arrabbiarmi di meno di fronte al solito comportamento di quella persona”, per esempio.
Se puoi, tieni il tuo diario a portata di mano per aggiornarlo durante la giornata e per segnarvi esperienze accadute, idee, frasi sentite o lette che ti hanno colpito.
Alla sera riserva spazio alla gratitudine, riempiendo una sezione dedicata al “Grazie per”: essere grati per ogni cosa andata bene, per ogni benedizione, per i piccoli gesti, ma anche banalmente, per il pranzo, per il letto caldo, ecc… ci fa riscoprire il sentimento della riconoscenza, che, seminato nel cuore, ci rende giorno dopo giorno più sereni, aperti alle opportunità, ricettivi verso le cose positive, i doni e altre emozioni elevate, come la gioia e la fiducia.
Infine potresti dedicare una sezione a cosa poteva andare meglio ed avere quindi uno spunto per una crescita personale! Se ho osservato una mia reazione fuori controllo, posso scriverla, per tenerla d’occhio e fissarla come punto di partenza per un cambiamento.
LA MAGIA DEL TOCCO
Riprendo un estratto dal libro “Le emozioni che curano” di Erica Francesca Poli.
“Trenta secondi di abbraccio sono in grado di attivare la secrezione di ossitocina, neurotrasmettitore dell’affettività, del piacere, dell’amore stesso (…) Il corpo è interamente tattile, è innervato per rispondere al contatto in ogni sua parte, il tatto è un senso diffuso, un’informazione per tutto il corpo. Puoi chiudere gli occhi e non vedere, tappare le orecchie e non udire, ma il tatto no, non lo puoi mai escludere.
Nella nostra corteccia cerebrale l’area deputata alla ricezione e interpretazione degli stimoli provenienti dai recettori delle mani è molto più vasta di tutto il resto, come a segnalare il potere che abbiamo nelle nostre mani, potere di cura. (…)
L’auto-tocco consente di realizzare di avere un corpo, di avere forza, di essere al sicuro nel proprio corpo, persino in un corpo malato, e ciò in qualche modo, cura.”
In queste giornate scopriamo la magia delle carezze, da noi, per noi. Pare un consiglio folle, quello di accarezzarsi, di coccolarsi con cura e attenzione, magari stendendo una crema, un olio, sul viso (gli uomini possono fare lo stesso con il dopobarba preferito), sulle spalle, sulle braccia, sulla pancia, sulle gambe, ma esso è un modo per infondere tenerezza di sé, per sé, per aprire la via all’ossitocina e agli ormoni del benessere. Fatelo, non permettete alla vostra parte giudicante, di fermare un gesto naturale, il primo che abbiamo conosciuto venendo al mondo.
LA MINDFULNESS
Occorrerebbe un intero trattato per presentare questa potente strategia, che è anche un modo di approcciarsi ad ogni cosa in modo nuovo.
La mindfulness può essere definita come “porre attenzione al momento presente in modo non giudicante”. Attraverso di essa si diventa osservatori della propria mente e della propria vita, allenando i muscoli dell’accettazione, della pazienza e dell’amore.
Osservare senza giudicare le proprie emozioni, i propri vissuti e i propri pensieri permette loro di fluire ed andare… mentre, al contrario, il giudizio intraprende una lotta di noi stessi contro noi stessi… e come potremmo stare bene se ci facciamo guerra da soli?
Come iniziare a fare mindfulness?
Fermati! arresta ciò che stai facendo, chiudi gli occhi e poni attenzione al fatto che stai respirando… concentrati sull’aria che entra dal naso, riempie i polmoni, gonfia la tua pancia o solleva il torace, e poi esce dal naso o dalla bocca, con il conseguente svuotamento del petto. Resta in questa osservazione per un paio di minuti, e, se mille pensieri e giudizi affiorano alla tua mente, limitati a osservare questi pensieri, senza dargli un seguito, lascia fluire, come soffiati da una naturale brezza che alita nella tua mente.
Oppure, se preferisci, scegli una qualsiasi azione quotidiana (mangiare, vestirsi, parlare, stendere i panni, giocare coi tuoi figli) e vivila come se fosse la prima volta e osservando ogni stimolo arrivi dai tuoi cinque sensi. Cosa sto vedendo? Cosa stanno sentendo le mie orecchie in questo momento? C’è qualche profumo nell’aria? Com’è la posizione del mio corpo? Ho la schiena dritta? Sono comodo? Anche in questo caso, non dare seguito ai pensieri e giudizi che inevitabilmente ti interromperanno. RIMANI IN QUESTA ESPERIENZA. OSSERVATI COME SE STESSI OSSERVANDO UN PANORAMA, CON TUTTE LE SUE SFUMATURE DI COLORE.
Partendo da queste basi, comincerai ad osservare la tua realtà con il giusto distacco dell’osservatore, e così, questo allenamento all’osservazione, permetterà di non essere più travolti da emozioni interiori o pensieri negativi.
LA GIOIA
Infine, in queste giornate di stress estremo e di stimoli negativi ripetuti… ASCOLTA LA MUSICA, CANTA, BALLA, PREGA, MEDITA (la mindfulness è una forma di meditazione). Tutto questo aiuterà ad aprirsi alla GIOIA che è l’emozione più motivante che ci sia.
A distanza di breve tempo queste nuove azioni, come semi vitali, daranno dei frutti meravigliosi, perché ci insegnano come surfare le onde della vita e non essere più travolti da eventi, emozioni o pensieri, nemmeno in periodi ad altissima intensità emotiva come questo.
So che probabilmente questi esercizi ti potranno sembrare inusuali; se hai delle domande o dei dubbi su come svolgerli, non esitare a contattarmi. Potremo trovare insieme un programma quotidiano personalizzato.
Per informazioni e appuntamenti puoi utilizzare anche il seguente indirizzo email: info@permenteadastra.it
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